Appena 40 secondi, l'incontro di boxe tra Angela Carini e Imane Khelif è durato pochissimo: l'azzurra si è ritirata ed è fuori dal torneo di boxe femminile dei pesi welter. Carini ha deciso di non proseguire dopo essere stata colpita due volte dalla pugile algerina. Poi è scoppiata in lacrime. Sul momento si è capito solo che l'italiana aveva abbandonato il ring, ma poi la spiegazione è lei stessa a darla: "Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta". Angela Carini spiega così, ancora in lacrime, il suo repentino abbandono nel match contro la pugile iper-androgina algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024. "Esco a testa alta", ha aggiunto l'azzurra. In un'intervista a caldo data al Tg2 l'atleta in lacrime ripete una versione leggermente diversa: “Ho abbandonata il ring perché non me la sono più sentita di combattere. Non sta a me giudicare”.
Boxe femminile, Carini abbandona dopo pochi secondi, poi piange. "Un pugno mi ha fatto troppo male"
Parigi: coach Carini "nessuna premeditazione nel ritiro"
"Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l'avversaria, mi ha detto 'non è giusto'. Ma qui oggi non c'è stata premeditazione". Il tecnico del pugilato azzurro, Emanuele Renzini, racconta il match della discordia. Carini ha abbandonato dopo "aver preso un pugno, mi ha detto che non se la sentiva che non voleva combattere. Ho provato a dirle di arrivare almeno alla fine della prima ripresa così ci saremmo confrontati, ma niente"
Boxe femminile: scoppia la polemica sul caso Carini vs Khelif
Il caso
La discussione che ne è nata, o meglio il caso, ha avuto sviluppi anche politici e alcuni hanno utilizzato termini non corretti. Non si può parlare infatti di Imane Khelif come di una atleta trasgender, di un atleta uomo che sceglie di diventare donna ma essenzialmente di regole che hanno permesso all’atleta algerina di far parte del movimento pugilistico femminile da sempre perché appartenente al sesso femminile pur avendo dei livelli di testosterone più alti di altre atlete. Ha già fatto altri tornei e, dalle colleghe, è stata anche battuta. Dei quattordici incontri giocati nell’arco della sua carriera e disputati tutti nella categoria femminile la boxeur ne ha persi cinque. È successo, per esempio, durante le Olimpiadi Tokyo quando – vinto un solo incontro – fu poi nettamente eliminata ai quarti dall’irlandese Kellie Anne Harrington, poi medaglia d’oro. Successivamente, è stata battuta ancora e sempre da un’irlandese: ai mondiali 2022, a Istanbul, vinse la medaglia d’argento perdendo contro Amy Broadhurst.
Il Cio ha reso noto che l'atleta algerina è ammessa a partecipare perché soddisfa tutti i requisiti. Scelta opposta a quella fatta dall'International Boxing Association che ha organizzato gli ultimi Mondiali (ma che è stata bandita dal Comitato Olimpico Internazionale per ripetuti scandali arbitrali, debiti incalcolabili e dirigenti legati al crimine organizzato) e che aveva deciso di escluderla per i livelli elevati di testosterone e - secondo l'IBA - per la presenza di cromosomi del sesso biologico maschile nel test Dna.
Interviene anche il Comitato Olimpico Algerino: “Attacchi malevoli e non etici”
Il Comitato Olimpico Algerino "denuncia con la massima fermezza gli attacchi malevoli e non etici diretti contro la nostra illustre atleta, Imane Khelif, da alcuni media stranieri. Questi tentativi di diffamazione, basati su menzogne, sono del tutto ingiusti, soprattutto in un momento cruciale in cui si sta preparando per i Giochi Olimpici, l'apice della sua carriera". E' quanto si legge in una nota del Comitato, che aggiunge: "Abbiamo adottato tutte le misure necessarie per proteggere la nostra campionessa. Imane Khelif incarna perfettamente lo spirito di eccellenza, determinazione e resilienza dei nostri atleti. Nonostante queste critiche infondate, abbiamo una fiducia incrollabile nelle sue capacità e siamo convinti che brillerà ai Giochi Olimpici". "Siamo tutti con te, Imane", continua la nota. "L’intera nazione ti sostiene, orgogliosa dei tuoi risultati e dell’onore che porti all’Algeria. Concentriamoci - si legge in conclusione - sul tuo talento eccezionale e sul tuo duro lavoro per rappresentare il nostro Paese sulla scena mondiale.
Due anni fa Imane Khelif aveva già affrontato un’avversaria italiana, Assunta Canfora, e non c'erano stati problemi. Ma queste sono le Olimpiadi e assicurano un'enorme visibilità. L’altro giorno era scoppiata una tempesta mediatica con gli interventi più disparati, dalla Rowling a Musk, contro la pugile algerina, bollata come trans, quando non lo è affatto.
Pugilato, la rinuncia shock di Angela Carini e le polemiche: da Elon Musk a JK Rowling
La premier Giorgia Meloni da Parigi interviene sul match di Angela Carini: “non era ad armi pari”
“Non sono d'accordo con la scelta del Cio, ma da anni. Quando nel 2021 il Cio cambiò il regolamento presentammo una mozione per presentare le conseguenze che poteva avere”, ha detto la premier Meloni.
“È un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina la gara in partenza non sembra equa - ha aggiunto la premier - C'erano anche profili legati alla sicurezza e penso anche che dobbiamo fare attenzione, nel tentativo di non discriminare, a discriminare. Io sono anni che tento di spiegare che alcune tesi, portate all'estremo, rischiano di impattare sui diritti delle donne. Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non debbano essere ammesse alle gare femminili ma non perché si voglia discriminare qualcuno ma per tutelare il diritto delle atlete di poter competere ad armi pari”.
Meloni sul match Khelif-Carini: "Le tesi estreme incidono sui diritti delle donne"
Il problema non è politico ma scientifico
I livelli di testosterone possono essere elevati in modo naturale e non dimostrano la transessualità.
Il tema, ovviamente, riguarda anche altre discipline e alcuni organi sportivi stabiliscono che le atlete abbiano dei livelli di testosterone inferiori ad una soglia determinata per poter partecipare alle competizioni femminili. Ma anche questa decisione viene letta come una discriminazione perché potrebbe colpire donne che hanno naturalmente livelli di testosterone più elevati trovandosi in uno stato di iperandroginia
Ma chi sostiene questa regola spiega anche che il testosterone più alto permette a queste atlete un vantaggio ingiusto e non renderebbe la competizione equa anche se alcuni ricercatori sostengono che la relazione tra testosterone e prestazioni atletiche non è così netta. In ogni caso anche per la società europea di endocrinologia "le atlete di alto livello hanno maggiori probabilità di avere livelli di testosterone più elevati. Questi risultati suggeriscono che livelli di testosterone più elevati possono migliorare le prestazioni fisiche nelle donne, a livelli più paragonabili alla fisiologia maschile".
Imane Khelif dopo l'incontro
Nell’intervista successiva all’incontro durato 40 secondi con la nostra atleta, Imane Khelif ha evitato le polemiche: "Il mio sogno è di vincere la medaglia d'oro, se vincessi i miei genitori vedrebbero i grandi passi di una strada sportiva che ho cominciato da bambina. In particolare voglio stimolare le ragazze e i bambini che sono svantaggiati in Algeria quando iniziano a praticare uno sport". L'atleta 25enne è stata nominata dall'Unicef come ambasciatrice dello sport e resta tra le favorite per il podio più alto nella sua categoria dei 66 chili.