Si sono svolte e concluse in pochi minuti sotto la pioggia le operazioni di sbarco dei migranti provenienti dal centro italiano in Albania e riportati a Bari a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera. I 12 sono stati fatti scendere uno alla volta dalla motovedetta e fatti salire su due pullmini che sono subito partiti alla volta del Cara di Bari Palese, dove per ora saranno ospitati. La motovedetta è poi ripartita subito.
Erano salpati dal porto di Shengjin, in Albania, provenienti dalla nuova struttura di permanenza per il rimpatrio costruita da poco dall'Italia a Gjader. A coordinare le procedure di ingresso nella struttura del capoluogo pugliese, la Prefettura.
I migranti, che facevano parte di un gruppo originario di 16 persone (dieci provenienti dal Bangladesh e sei dall'Egitto), dovevano essere trasferiti nuovamente in Italia dopo la pronuncia del tribunale di Roma che non ha convalidato il loro trattenimento nella nuovissima struttura creata in base all'accordo tra Italia e Albania. Altri quattro minorenni e fragili sono già tornati in Italia.
Il provvedimento era stato disposto per i dodici stranieri dalla questura della Capitale il 17 ottobre scorso. La traversata di Adriatico e Ionio è durata due giorni ed è costata circa 20mila euro a migrante (i costi totali dell’operazione per lo Stato italiano si aggirano a quasi un miliardo in 5 anni).
Per i giudici, “il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi, equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane, è dovuto all' impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell'inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia".
Mentre la motovedetta della Guardia Costiera 'Visalli' sta portando i 12 a Bari, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è tornato sul tema incalzato dai giornalisti: "I confini sono sacri. Chiunque, domani, voglia andare in Nigeria, Arabia Saudita, Australia, Canada, Svizzera o in qualunque altro Paese al mondo, deve avere i documenti in regola. Non si capisce perché, secondo qualche giudice, possono arrivare in Italia cani e porci".
Migranti in Albania, allo studio un decreto per stabilire quali siano i Paesi sicuri. Le reazioni
La premier Meloni convoca per lunedì un consiglio dei ministri
"Ho convocato un consiglio dei ministri per lunedì prossimo per risolvere questo problema". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni a Beirut rispondendo in un punto stampa a una domanda sulla decisione presa dai giudici del Tribunale di Roma. "Ho convocato il Cdm - ha precisato Meloni - per approvare delle norme per superare questo ostacolo perché penso che non spetti alla magistratura dire quali sono i Paesi sicuri ma al governo".
Nordio: se magistratura esonda dobbiamo intervenire
"La reazione della politica non è stata contro la magistratura ma contro il merito di questa sentenza che non condividiamo e riteniamo addirittura abnorme. Non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro, è una decisione di altissima politica. Prenderemo dei provvedimenti legislativi". Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlando con i cronisti a margine di un convegno a Palermo sul caso dei trattenimenti dei migranti in Albania.
Poi ha aggiunto: "Se la magistratura esonda dai propri poteri attribuendosi delle prerogative che non può avere come quella di definire uno Stato sicuro deve intervenire la politica che esprime la volontà popolare. Noi rispondiamo al popolo, se il popolo non è d'accordo con quello che facciano noi andiamo a casa. La magistratura, che è autonoma e indipendente, non risponde a nessuno e quindi proprio per questo non può assumersi prerogative che sono squisitamente ed essenzialmente politiche".
E a proposito della tensione tra governo e magistratura, Nordio ha negato le tensioni: "Direi di no - ha detto il Guardasigilli - ho ricevuto varie volte i componenti dell'Anm. Abbiamo ovviamente idee diverse su molte cose e abbiamo sempre cercato di convergere su quelle che ci uniscono per una maggiore efficienza della giustizia. Da ex magistrato riterrei quasi sacrilego pensare che il governo cui appartengo dichiari guerra alla magistratura, cosa che non è e non sarà mai" ha risposto ai cronisti.
Migranti, opposizioni all'attacco. Schlein: "Governo chieda scusa ai contribuenti italiani"
Salvini convoca Consiglio federale della Lega
Per questa mattina Matteo Salvini ha convocato con massima urgenza un Consiglio federale della Lega dopo “l’attacco all’Italia e agli italiani sferrato da una parte di magistratura politicizzata”. Il riferimento è al provvedimento sul caso Albania e al processo Open Arms. Nei prossimi giorni la Lega presenterà nei Comuni italiani mozioni per ribadire la necessità di difendere i confini, mentre sabato 14 dicembre e domenica 15 dicembre ci saranno gazebo in tutte le città italiane in vista della sentenza Open Arms in agenda a Palermo il giorno 20 dicembre. Per Salvini, “chi impedisce di difendere i confini mette in pericolo il Paese”. Così una nota della Lega.
Tajani: i giudici non impediscano al governo di lavorare
"Sono abituato a rispettare le decisioni del potere giudiziario ma vorrei anche venissero rispettate le decisioni del potere esecutivo e legislativo, perché una democrazia si basa sulla tripartizione dei poteri. Il potere giudiziario deve applicare le leggi, non di modificarle odi impedire all'esecutivo di poter fare il proprio lavoro. Il potere viene sempre dal popolo, che ha scelto questo parlamento e questo governo. La volontà del popolo va sempre rispettata. Andremo avanti con quanto ha detto la presidente von der Leyen, per la quale l'accordo tra Italia e Albania è un modello da seguire" ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Migranti, destra compatta contro la sentenza che rimpatria i primi stranieri trasferiti in Albania
Pd: il governo chieda scusa invece di gridare al complotto
"Che il 'modello Albania' fosse un'operazione fragilissima dal punto di vista giuridico lo sapevano anche i sassi. Il governo Meloni è andato avanti lo stesso, schiantandosi e buttando via 800 milioni dei contribuenti. Dovrebbero chiedere scusa. Cercano di cavarsela gridando al complotto, facendo le vittime e attaccando la magistratura e l'opposizione. Incapaci e irresponsabili". Lo scrive su X Antonio Misiani, responsabile Economia nella Segreteria nazionale del Pd.