L'intervista

Giorgia Meloni ad "Agorà": "Delusa da Schlein. Insicurezza dietro il bullismo di De Luca"

“Che Europa immagino? Meno ideologia e più pragmatismo”. La presidente del Consiglio affronta vari temi dall'attualità politica agli aggiornamenti sulla campagna elettorale e a pochi giorni dalle elezioni per il Parlamento europeo

"Immagino un'Europa che per semplificare faccia meno e faccia meglio. Ha voluto negli ultimi anni normare ogni aspetto della nostra vita", mentre "serve meno ideologia e più pragmatismo, serve un'Europa che sia un gigante politico mentre in questi anni non lo abbiamo visto ed è stata un gigante burocratico".

A pochi giorni dalle elezioni per il Parlamento europeo, "Agorà" intervista la Presidente dei Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni nella puntata di questa mattina su Rai 3. Tanti i temi affrontati: attualità politica, economia, politica estera.

Sempre sulle elezioni la presidente del Consiglio ha aggiunto che "penso che il voto dell'8 e 9 sia un referendum su che modello di Europa si immagina: tra chi pensa che la transizione verde si faccia con l'elettrico cinese e chi è per la neutralità tecnologica, tra chi pensa di incentivare la carne sintetica e chi le produzioni d'eccellenza europee, tra un'Unione europea che ci sanziona perché cerchiamo di sostenere le famiglie a fare figli e un'Unione europea che finalmente capisce che senza l'incentivo a mettere al mondo dei bambini noi siamo spacciati come civiltà. Per la prima volta ci troviamo di fronte alla possibilità di cambiare qualcosa in Europa con una maggioranza diversa. È una sfida che fino a qualche tempo era impensabile, vorremmo giocarla fino in fondo, ci serve il consenso degli italiani".

Giorgia Meloni ha anche espresso la sua idea della transizione verde, ovvero “una sostenibilità ambientale che vada di pari passo con la sostenibilità economica e sociale. Un'Europa che dà gli obiettivi ma lascia agli Stati nazionali i modi di raggiungere quegli obiettivi”.

La presidente del Consiglio si dice poi delusa da Schlein: "Ho fatto quello che credevo giusto fare: sono stata insultata e banalmente mi sono difesa e Schlein mi ha stupito che non sia stata in grado di dire una parola e prendere le distanze da De Luca e quando mi sono difesa Schlein, che si dichiara paladina delle donne, se l’è presa con me. C'è delusione per una leader donna che io stimo perché non è in grado di fare la differenza. A me non frega assolutamente nulla di come mi chiamano, come si sa io preferisco che mi chiamino Giorgia. Il presidente o la presidente, il prefetto o la prefetta, il capotreno o la capatrena, è una questione di forma. Io pongo una questione di sostanza: si deve smettere di insultare le donne pensando che siano deboli.  Noi deboli non siamo, ci sappiamo difendere, ci vogliamo difendere, chiediamo lo stesso rispetto che riconosciamo agli altri. È una questione di sostanza questa, non è una questione di forma. Mi si può chiamare come si vuole ma non sono una persona che sta in silenzio quando viene insultata”.